Una macchina da cucire ed un computer. Questi due oggetti vicini nel suo studio laboratorio raccontano molto dell’attività di Gabriella Gai, creatrice di borse in tessuto, artigiana 2.0 come lei stessa si definisce. Dopo avere frequentato la scuola d’arte “Passoni” avrebbe voluto seguire la sua vena artistica proseguendo gli studi in Inghilterra. Ma, racconta, “Mia madre non volle lasciarmi andare ed allora mi iscrissi ad architettura”.
Conseguita la laurea comincia quella che lei definisce la sua “prima vita”: il lavoro in uno studio di ingegneria specializzato in arredo urbano, poi presso uno dei principali operatori dell’immobiliare nel settore impresa, fino a ricoprire l’incarico di direttore del personale in un’azienda informatica, tra le prime in Italia a pubblicare siti web. “In parallelo a questa attività professionale – ricorda – non ho però mai smesso di cucire, di creare, mi serviva per staccare, depurare la testa”.
Poi per una serie di vicissitudini professionali e private, per Gabriella si apre l’opportunità di tornare pienamente alla sua vera passione, la creatività. “Ho comprato una macchina da cucire ed ho iniziato a realizzare cappottini per cani, dedicati ad Arturo”, un cavalier King, suo inseparabile compagno per molti anni .
Non solo li crea ma realizza anche il “Manuale per imparare a fare cappottini ad un cane”. Da lì poi la decisione di seguire un’altra ricerca: lo studio del riciclo del tessuto jeans. Arrivano la prime borse e poi via via nuove realizzazioni sempre alla scoperta di stoffe e forme particolari. “Tutte queste esperienze artigiane -dice Gabriella- sono fortemente correlate con quanto ho fatto nella mia vita. Ho cambiato soggetti e modelli ma sempre cercando di creare oggetti originali per quel tipo di persone che amano il ‘fatto a mano’. Sono una progettista di accessori moda, li produco con le mie mani e cerco di proporre sempre qualcosa di nuovo“.
Accanto a questa attività artigianale Gabriella ha intrapreso un percorso spirituale importante “quasi iniziatico, di ritrovamento di sé. Una strada che mi ha fatto migliorare anche nel lavoro, cercando sempre più di fare cose belle ed utili, funzionali”.
Nascono così le borse zaino, con spallacci in cuoio, trapuntate a mano, o le borse “canottiera”, ma anche le espadrillas. Gabriella ha deciso però di non tenere per sé queste sue capacità e per questo da tempo organizza corsi nel suo laboratorio. “Ora con questa situazione legata al Covid è tutto fermo ma io continuo, le idee non mancano e l’amore per il lavoro fatto con le mie mani continua ad essere molto forte. Io vado avanti, anche se non è facile, specie in momenti come questo, perché continuo a crederci davvero ”.
Gabriella Gai
Corso Montevecchio 50
10129 Torino
gabriella@gabriellagai.com