ANNA EVA RADICETTI, un figlio adolescente, un impegno importante nella condivisione dei valori dell’ONU, che l’ha portata in giro per il mondo e una passione, l’artigianato…
La creatività vuole coraggio, si dice. E tu, Anna Eva, di coraggio ne hai avuto tanto. Ma quando e come hai iniziato questa tua attività così preziosa e multiforme?
E’ difficile ricostruire cronologicamente da dove sono partita perché ci sono stati vari periodi che si sono accavallati ad altri. Diciamo che sono partita ad “investire” nella produzione delle mie opere e quindi nella ricerca ed acquisto dei materiali ed utensili, da quando ho iniziato a dipingere… o meglio da quando ho iniziato a declinare l’uso del colore su tela, dando vita a dei quadri molto, molto colorati.
Poi la curiosità per un nuovo materiale e creazioni diverse…
Poi è arrivata la carta, materiale che adoro: da qui la produzione di grandi vasi di cartapesta, successivamente dipinti, come fossero quadri; per arrivare alla più recente produzione di gioielli che forse sono un po’ la sintesi delle prime due fasi, perchè racchiudono il lavoro su tela montato su supporti cartacei.
Ma non era finita lì, la tua creatività si è rivolta ad altre forme.
L’idea dei gioielli nasce durante il lock-down a New York, in maniera totalmente casuale e non programmata, dal tentativo di dare una nuova vita a dei quadri non riusciti o non finiti, a delle prove di colore su carta. Avevo tanto materiale messo via, sempre con l’idea che chissà sarebbe potuto servire, e così è stato. Ogni gioiello è un pezzo assolutamente unico perché ricavato da un diverso angolo di tela. I gioielli, così come i vasi, non sono altro che una declinazione dei colori che ho iniziato ad usare tramite la pittura astratta.
Certo il colore è ciò che primo colpisce l’attenzione, lo stupore… la meraviglia… e rimane una delle caratteristiche più forti delle tue opere. Tu quale significato e quale stato emotivo vi leggi?
Recentemente un’amica mi ha dedicato questa frase di Picasso “I colori, come I lineamenti, seguono I cambiamenti delle emozioni”. La trovo perfetta per descrivere il dialogo tra me e l’uso del colore che definisce la creazione finale. Proprio come un’emozione cambia i lineamenti di un viso, o di un’espressione, così il colore per me cambia le linee che poi andranno a definire la mia opera. Non è un vaso che diventa rosso, ma il rosso che diventa vaso… if it makes sense.
Per motivi di lavoro hai dovuto spesso cambiare casa, Paese. Quanto ha influito sulla tua creatività il contatto con tante diverse culture?
Molto. Ogni paese ha avuto la sua influenza sia sulla definizione di una palette di colori (rosso, ocra, arancio sono colori che uso molto), sia sulle mie sperimentazioni anche condizionate dalle reperibilità dei materiali, o allo spazio che avevo a disposizione. In Afghanistan ho “giocato” molto con i tessuti. In Belgio mi sono dedicata molto alla pittura. Ed ora qui a New York sono “arrivati” i gioielli, che richiedono poco spazio… il tavolo da pranzo è diventato laboratorio!
L’orizzonte è la declinazione di tutti i colori, quale la fantasmagoria nel tuo futuro?
Mi piace l’idea di continuare a sperimentare. Cercare nuove sfumature, nuovi accostamenti di colori e materiali – nuove creazioni, siano quadri, vasi, gioielli, coperte ricamate… alla ricerca di tutto ciò che continui ad ispirarmi ed ad attrarmi. Una passione, quella per il colore, e una curiosita’, quella per la materia “da colorare”, che sono sicura continueranno a darmi ancora molte altre idee.
Un progetto concreto?
Mi piacerebbe “qualcosa” che possa unire la produzione di oggetti,– la possibilità di viaggiare per prendere ispirazione e che mi permetta di continuare il mio impegno nel sociale. Forse un laboratorio che, in qualche modo, unisca tutte queste dimensioni….. work in progress, come si dice qui a New York.
Anna Eva Radicetti
https://www.annaeva-radicetti.com/