Per Confartigianato il vero problema è l’aumento dei costi delle materie prime.
Mancano pochi giorni alla Pasqua e il settore dolciario artigiano piemontese fa i primi bilanci con una tendenza: regge la vendita di colombe, uova di cioccolato e prodotti pasquali, confermando così una domanda in linea con l’anno scorso e, quindi, la stabilità di mercato.
In Piemonte secondo il dossier realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato che ha analizzato i dati UnionCamere/Infocamere del 2021, sono attive 3.889 imprese della pasticceria e del settore dolciario (che include produzione manifatturiera di biscotti, cacao, cioccolato e di gelati) (1.947 a Torino) con una alta vocazione artigianale: le 3.085 imprese artigiane, rappresentano il 79,3% delle imprese totali del settore in esame (1.506 a Torino, 77,3% del settore)-
“Una cosa è certa, – sottolinea il presidente di Confartigianato Torino Dino De Santis – le pasticcerie, i panificatori e i cioccolatieri artigiani stanno assorbendo, in modo più accentuato rispetto agli altri paesi europei, la pressione dei prezzi delle materie prime e la maggiore spinta sui costi dell’energia, con ricadute contenute sui prezzi praticati alla clientela. Mentre le farine (indice dei prezzi al consumo aumentato del 10% da marzo 21 a marzo 22), lo zucchero (+5,6%), il burro (+17,4%), l’olio di semi (+19%) e altre materie hanno registrato, ovviamente insieme a gas (+350%) e energia (+200%), variazioni verso l’alto a due cifre, il nostro prodotto finito non supera il 3,7%”.
Dall’esame dell’indice dei prezzi sui “prodotti di panetteria e pasticceria”, che comprende i prodotti di pasticceria freschi, emerge come a febbraio 2022 l’Italia segni un aumento dei prezzi che si ferma al 2,5%, in linea con la dinamica dei prezzi no energy (+2,3%).
Nel confronto internazionale, spiega una nota di Confartigianato, la dinamica dei prezzi di riferimento della pasticceria fresca in Italia è più moderata del +3,5% dell’Eurozona e del +4,0% dell’Ue a 27, risultando meno accentuata rispetto altri 23 paesi dell’Unione europea a 27, e in particolare rispetto al +7,5% della Spagna e del +4,2% della Germania; fa meglio dell’Italia la Francia (+1,2%). anche grazie al minore aumento dei prezzi dell’energia elettrica, favorito dall’elevata quota di produzione di elettricità con il nucleare.
“Nonostante le imprese piemontesi, come del resto tutte quelle italiane, stiano subendo un pesante contraccolpo derivato dalla crisi energetica – dice ancora De Santis – ad oggi da parte dei consumatori la richiesta di dolci ha mantenuto la stabilità registrata lo scorso anno”.
“Il vero problema è che, come sta accadendo da alcuni mesi – continua il presidente di Confartigianato Torino – le materie prima all’origine hanno subito un incremento a due cifre per le nostre attività, situazione che, per le realtà dolciarie sta facendo registrare una importante perdita di competitività”.
Sulle materie prime del settore dolciario, sale anche la pressione dei prezzi internazionali dei cereali che, valutati in euro, crescono del 43,6%.
Ad aggravare la condizione delle imprese c’è infine una seconda importante voce di spesa dovuta al caro carburante. Oltre a questi problemi, le imprese rilevano anche criticità sul packaging, ovvero difficoltà a trovare scatole, carta per avvolgere, nastrini e tutto l’occorrente per una vendita ottimale
“La richiesta di cioccolata ha mantenuto la crescita dello scorso anno anche se la materia prima all’origine ha subito un incremento a due cifre per gli artigiani – conclude De Santis – mentre, è stabile l’andamento delle vendite delle colombe e dei dolci pasquali anche se occorrerà attendere il post festività per tracciare un bilancio più chiaro. Nonostante ciò le imprese vanno avanti e i consumatori, anche in tempi non facili come quelli che stiamo vivendo, continuano a scegliere convintamente la qualità e il saper fare artigiani”.