Quando cerchi le storie “fatte a mano” devi camminare molto e parlare ancora di più. Ma soprattutto ascoltare.
Questa settimana i miei passi e le parole mi hanno portato fino a Piazza De Amicis 80/E dove, in uno dei numerosi crocevia della nostra città, sorge la libreria Bellivelle.
Dall’ elegante vetrina si vede un tavolino di legno colmo di libri. Vicino due comode sedute antiche dove i clienti posso pregustare il sapore e le parole dei libri che acquisteranno.
Dietro c’è lei. L’ideatrice di questo angolo di paradiso. Paola Tombolini, la neo-libraria del quartiere Nizza Millefonti.
Perché una libreria indipendente?
La scelta di avviare questa attività è stata dettata da due ragioni. Da una parte la pandemia che ha stroncato la mia precedente attività imprenditoriale (una scuola di lingue) ma che mi ha dato la possibilità di reinventarmi. Dall’altra l’amore per i libri ed un marito editore con cui ho sempre collaborato. Inoltre sono molto legata a questo quartiere, in cui mancava un luogo di incontro culturale.
Questo posto non è solo una semplice libreria quindi.
Esatto. Vuole essere un centro di scambi culturali oltre che un posto dove acquistare dei libri. Infatti ho avviato, fin dall’inizio, una serie di incontri con gli autori. Vorrei che gli abitanti del quartiere e non potessero venire qui e poter conoscere nuovi mondi. Questo potrebbe diventare un nuovo centro di aggregazione culturale di quartiere.
Si legge che il settore dell’editoria è sempre in crisi. Perché allora aprire una libreria indipendente?
Ritengo che i librari indipendenti debbano tentare di fornire qualcosa in più delle grandi catene già presenti sul mercato con cui non potremmo mai competere. Io curo molto il rapporto personale con il cliente. Cerco di ascoltarlo e capire chi ho di fronte quando varca la soglia della libreria. Consigliare i libri è una forma di artigianato. Come una sartoria.
Spiegaci meglio.
Un sarto studia i capi sul corpo delle persone. Io provo a capire la personalità e le esigenze del momento delle persone e consiglio i libri che mi sembrano adatti. Mi interesso alle persone sinceramente e non per il mero fine della vendita. Curo il rapporto con il pubblico di modo che sia sincero e vero.
Tornando, invece, agli incontri hai un calendario fitto per aprile 2022.
Sí, la libreria ospiterà sia conferenze con gli autori sia dei firmacopie. Si tratteranno temi disparati. Prima un incontro sulla psicologia delle “costellazioni familiari” con una psicoterapeuta, poi si passerà alla tematica della scrittura creativa ed infine al giallo. Abbiamo già ospitato Margherita Oggero e Bruno Gambarotta.
La libreria nasce, prima di tutto, dalla tua passione per i libri. Quali sono stati quelli che hanno segnato maggiormente la tua vita?
Sono molti ma sicuramente quelli che ho più a cuore sono quelli letti in adolescenza. Ti rimangono dentro per sempre. Tra gli altri ci sono “Delitto e Castigo” di Dostoevskij, ” La Storia” di Elsa Morante. Più recente “La Strada” di Cormac McCarthy, “La vita davanti a sé” di Romain Gary. E ovviamente Pennac che ha ispirato il nome di questo posto.
In che modo?
Bellivelle è un quartiere di Parigi che ho sempre amato per il suo mix multiculturale e la sua intrinseca vitalità. Inoltre Pennac ha ambientato proprio lì molti dei suoi libri.
Ultime uscite consigliate al pubblico italiane ed internazionali?
Abbiamo bisogno di leggerezza quindi consiglio l’ultimo romanzo di Guido Catalano “Amare male”. Sul panorama internazionale “Serge” di Yasmina Reza, una certezza.
Quanto di artigianale c’è dentro queste mura?
Molto. Prima ho visto il locale e ho iniziato ad immaginarlo nella mia testa. Volevo un angolino intimo in cui il lettore potesse sedere e riflettere sull’acquisto o semplicemente sulle parole che legge a con tranquillità. Poi fisicamente ho montato ed assemblato pezzo per pezzo questo posto.
Foto ed intervista di Valeria Rombolá