Perché si diventa calligrafi?: “È capitato da sè. Ho sempre avuto la passione per la scrittura, mi piacevano le lettere, le attività grafiche ed in questo senso ho indirizzato i miei studi”. A parlare è Massimo Polello che incontriamo nel suo “ABC Atelier studio” di via Saluzzo 30, nel cuore di San Salvario. “Frequentando la scuola grafica – racconta – il primo anno ho seguito il corso di lettering, lo studio delle lettere e questo mi ha aperto un mondo”. Polello incontra poi l’associazione “Dal segno alla scrittura” di cui successivamente diventa presidente, carica che ricopre da oltre 30 anni. “Piero De Macchi che ha fondato l’ associazione -spiega- per me è stato come un papà, mi ha spinto a fare questa attività. Mi ha dato la responsabilità dei corsi dell’ associazione per diversi anni attività che gestivo in parallelo al mestiere di educatore presso una comunità psichiatrica”. Fino all’anno 2000, l'”anno di svolta”, quando Polello decide di diventare calligrafo a tempo pieno, tiene conferenze e workshop negli Stati Uniti, in Australia, in Sud Africa, in Europa, in Nuova Zelanda, in Corea “dove ci sono i migliori produttori di inchiostri e pennelli”.
“La mia attività – dice ancora – va dalla scrittura commerciale con la creazione di loghi, etichette, branding a quella più artistica dove realizzo libri d’arte e lavori per mostre e personali “. Ed ancora “ho lavorato molto per l’interior design dove usavo la scrittura su pareti di grande formato”. A questo proposito ricorda ” la mia più grande realizzazione in termini di dimensioni è stata nell’ambito della mostra per i 150 anni dell’ Unità d’Italia alla Venaria, organizzata da Luca Ronconi ‘La bella Italia’. In quell’occasione Ronconi ha voluto scrivere a mano i testi didascalici della mostra. Nel suo atelier diversi lavori raccontano l’attività di Massimo Polello accanto ai tanti strumenti utilizzati da un calligrafo. ” Non c’è limite agli strumenti che si possono utilizzare, dai pennini metallici che si producono tuttora alla ruling pen ” anche se, dice ” se un calligrafo è bravo scrive anche con un dito”. Quello che sembra caratterizzare il lavoro di Polello è l’uso dei colori oltre “alla sperimentazione di materiali diversi, dalla tradizionale carta, alla tela, al vetro”. “Il di più di un calligrafo è l’unicità “.
Nel suo lavoro di artista artigiano, ” la principale fonte di sostentamento “, come lui stesso la definisce ” è l’ insegnamento “. “La maggior parte dei miei allievi viene per puro piacere anche se non manca qualcuno che lo fa per motivi professionali. Prima dello stop dello scorso anno ho girato il mondo insegnando “e realizzando opere come le scritte per il catalogo del Rijksmuseum di Amsterdam ” Rijksbook Project. Masters of the Golden Age”. Scritte che sono veri testi artistici. Un lavoro iniziato nel 2016 ed uscito nel 2018 e quest’anno ristampato in seguito ai due nuovi acquisti del museo. Una vera opera d’arte, la cui edizione limitata, realizzata in dimensioni 50×70, è stata fatta interamente in Italia.
Ma lei si sente artigiano? “Artigiano è un appellativo onorevole, parla di pezzi unici, di ricerca, di lavoro fatto a mano. Direi che mi ci ritrovo “.
ABC Atelier studio
Via Saluzzo 30
10125 Torino
www.lacalligrafia.com
polello@lacalligrafia.com
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