Un ex falegnameria abbandonata da molti anni, in via Fiano 12, nel borgo Campidoglio a Torino. Dal 1 dicembre scorso è la sede “Calza di cuoio” , associazione di promozione sociale, che comprende una parte museale dedicata ai Nativi americani ed un’area laboratorio e vendita di oggetti realizzati in cuoio. E’inoltre spazio per corsi base ed avanzati sulla lavorazione del cuoio e di altre produzioni artigianali. Anima di questo spazio è Luca Gaidano, fin dalla giovanissima età appassionato del mondo dei nativi d’America. ” Tutto è nato – racconta- quando avevo 8 anni leggendo il libro ‘indiani maledetti indiani” di Piero Pieroni e Riccardo Gatteschi. Ho visto un popolo che viveva come sarebbe piaciuto vivere a me. Sono sempre stato appassionato di natura ed ambiente “. La copia di quel libro è custodita nella biblioteca presente nella sede dell’associazione insieme ad altri volumi, tra cui alcuni particolarmente rari, dedicati a questo determinato periodo storico.
Il pezzo forte è però rappresentato dalla raccolta per il museo: circa 200 oggetti ” originalissimi ” frutto di 40 anni di lavoro. ” Una collezione quasi unica” dice con soddisfazione Luca Gaidano.
Nella parte dedicata alla produzione Gaidano crea qualsiasi tipo di oggetto in cuoio e legno, ad eccezione di abbigliamento e calzature. Si possono trovare lampade, porta chiavi, cuscini e persino le mascherine. ” Sono un riciclatore, non uso pellami che non siano scarto di produzione alimentare- racconta- La pelletteria è questo, non è qualcosa di elitario”. ” Ho cominciato ai tempi della scuola facendo collanine e vendendole sulla spiaggia durante le vacanze estive. Poi mi sono ‘evoluto’ ho cominciato a realizzare oggetti all’inizio per me e poi messi in vendita”. E parallelamente è cresciuta la passione per “i nativi”. “Sono stato diverse volte in America, percorrendo fino a 9000 chilometri a viaggio. Parecchie volte ho anche pensato di vivere là poi scelte di vita mi hanno portato in direzioni diverse”. E così nel 1991 Luca Gaidano apre il primo negozio ” Calza di cuoio” a Giaveno, poi nell’ astigiano, poi a Bardonecchia fino all’ arrivo in Borgo Campidoglio a Torino. Certo il momento è difficile.” È tragico specie per attività come le nostre che non sono certamente essenziali. Io vendo il sogno che c’è dietro ad ogni oggetto, vendo una storia. Mi affeziono agli oggetti che creo. Per tanto tempo ogni volta che vendevo una mia creazione mi dispiaceva quasi lasciarla andare.
Ma è difficile far capire il valore ed il lavoro che c’è dietro ogni oggetto: il mio costo è di 10 euro all’ora, altrimenti non vendo nulla. Ma tutto questo, dopo 40 anni di attività, è frustrante “.
Appena la pandemia lo consentirà i progetti da realizzare come Associazione sono tanti: ” il nostro scopo è divulgare il sapere delle mani. Oltre ai corsi che speriamo di riprendere presto, vogliamo fare conferenze, proiezioni e perché no? Ospitare veri nativi d’America che ci parlino di loro. Lo dico sempre: lavoro da 43 anni e sto ancora imparando “.
CALZA DI CUOIO
Via Fiano 12 – Borgo Campidoglio
Torino