Il freddo e la pioggia non hanno fermato “Donne in denim” giunta alla sua seconda edizione. Fortemente voluta dall’artigiana designer Severina, in arte Denimtales, (sostenuto dal marito artista Ernesto Di Franco e dalla famiglia) la manifestazione è stata organizzata per trattare su piani diversi tutte le molteplice implicazioni del “fenomeno jeans”. Un tessuto e capo iconico, trasversale per diffusione, genere e gusto, che vanta una storia intrecciata con la storia del costume e sociale europea e americana.
Noi di Fatto a mano, insieme a Gabriella Gai, esperta proprio in storia del costume, abbiamo nel corso dell’incontro del mattino tracciato l’evoluzione attraverso una linea ideale tra passato molto lontano e futuro prossimo, orientato anche con l’impiego così diffuso del jeans ad una maggiore ecosostenibilità dell’ambiente utile per il suo cicloproduttivo. E così da temi religiosi a eventi sociali, fino all’attuale e creativo riciclo del tessuto versatile e adatto a mille declinazioni, ogni aspetto è stato sottolineato non solo dalle parole nostre di Gabriella, Severina e Stefania Manfrè ma dalla voce davvero talentuosa della cantante Liliana De Marco. Tutto in sintonia per ricreare il clima di una storia che appassiona e di cui tutti in quale modo siamo protagonisti ogni volta con un consumo assolutamente fedele.
Nel cortile e laboratorio di Denimtales hanno fatto bella mostra di sé oggetti, quadri, abiti, accessori dove il jeans è materiale protagonista. Ma Donna in Denim è stata anche mostra diffusa presso negozi che in Torino e dintorni hanno esposto felici sperimentazioni (tra cui Marco Polo con una vendita solidale molto apprezzata).
Nel pomeriggio una performance di danza a cura del gruppo AD’A ha chiuso in modo felice un evento che di certo, rinnovandosi di anno in anno, è destinato a diventare per Torino iconico proprio come il jeans. Una menzione speciale alle artigiane creative che hanno fatto proprio progetto e sfida con grande soddisfazione: con i monili Matelier Di Mariella, con le divertenti papere la stilista Emanuela Lopergolo, con l’oggettistica in cartone e jeans Chiara Breda, con gli abiti le giovane stiliste a marchio Born tobe Reborn Lab, con i divertenti cactus Amedea Simone, con gli arredi l’Atelier delle Pampilles.
Un plauso anche a Marie Biondini per il contributo della comunicazione visiva.