Cinque generazioni di ombrellai a Torino


Una storia, che ha attraversato cinque generazioni, cominciata nel 1890 dal trisnonno Bernardo e proseguita fino ad oggi, nella bottega di Via Sesia 23, dove ancora si realizzano ombrelli in pezzi unici.

Carlo Suino, ultimo discendente racconta con orgoglio la storia della sua famiglia, del trisnonno, del bisnonno Fiorino scomparso negli Stati Uniti, del nonno Carlo, del papà Fiorino, delle difficoltà, delle soddisfazioni e soprattutto del tanto lavoro, iniziato fin da giovani in bottega fra gli odori degli appretti, dei mordenti, della celluloide, dei tessuti, dei vari materiali.

Un ombrellificio, che negli anni fu anche fornitore di importanti aziende inglesi. “Subito prima della guerra mio nonno aveva un centinaio di lavoranti e si arrivava a fare fino a 1000 ombrelli al giorno inviati in tutta Italia”. Dopo la guerra è proseguita la produzione affiancata da quella di ombrelloni da mercato, che poco per volta ha prevalso “fino a quando negli anni 80 si è abbandonata completamente quella degli ombrelli “.

“Io mi ricordavo quando si facevano gli ombrelli e se ne producevano anche 50 per volta. A 12 anni facevo i fusti degli ombrelli, più avanti ho iniziato a lavorare con la macchina da cucire cominciando a realizzare le custodie per gli ombrelloni. Sono sempre stato in bottega: a due anni mi addormentavo nei ritagli di stoffa”.

Da qui il ricordo di una produzione, rimasta nel cuore: “mi spiaceva avere abbandonato la creazione degli ombrelli – dice Carlo Suino – finché un giorno, nel 1995, è venuta in negozio una cliente ed è scattata la scintilla. Mi aveva chiesto se facevo le riparazioni degli ombrelli e me ne portò uno firmato, di un certo prestigio, che le era stato regalato. Due giorni dopo la riparazione era fatta con lo stupore della signora, che mi raccontò che aveva portato l’ombrello rotto nel negozio in cui era stato acquistato e che dopo sei mesi non erano riusciti a fare la riparazione. Un ombrello pagato, allora, 404.000 lire”.

“Ho deciso di riprovarci con una lavorazione, che per tanti anni aveva accompagnato la mia famiglia. Ho ripreso i contatti con i fornitori ma mi mancava la parte del cucito ed allora ho chiamato una ex lavorante, che allora aveva circa 80 anni e che poco per volta mi ha insegnato”. “Devo ringraziare mio padre e mia madre che hanno accettato di lasciarmi provare questa che era una vera scommessa. Mentre in quel periodo tutti cercavano di fare la guerra al prezzo rosicchiando quanto potevano, io ho pensato, infatti, che fosse una guerra persa quella contro gli ombrelli di importazione, venduti a basso costo. Ho scelto, invece, di fare pezzi unici, mantenendo le lavorazioni storiche, cercando di perfezionarmi sempre più, e nel 2004 ho raggiunto un livello di cui posso andare fiero ed ho cominciato a numerare gli ombrelli prodotti. Quando creo un ombrello, preparo cioè una scheda con tutte le parti che lo compongono. Al momento della consegna lego un cartoncino numerato al manico e lo stesso numero viene riportato sulla scheda”.

Da qualche tempo però “è un mercato che c’è sempre meno ed il problema più grande, oltre alle difficoltà economiche, è la chiusura dei fornitori. Dal 2006 è cominciata la crisi e la produzione si è ridotta ad un terzo”. Fa riflettere che negli anni ’50 a Torino c’erano almeno 30 ombrellifici, “adesso ci sono solo io e in tutta Italia forse siamo 10”.

“Ho una grande paura che abbiamo ormai superato il punto di non ritorno per certi mercati. – osserva ancora – tutti mi dicono ‘non chiuda’, ‘non ha dei figli cui insegnare il mestiere?’ Io ho due figli che ancora studiano ma in questo momento non gli augurerei di fare questo lavoro perché non c’è lo stipendio”. C’è però la passione: “una parte della mia paga – confessa Carlo Suino – è nei sorrisi della gente che riesco a soddisfare con il mio lavoro. Io lo faccio perché questa è la mia passione e spero ancora di poter dare una svolta, di far comprendere il significato di certe lavorazioni”. Da qui la scelta di aprire un nuovo sito, di creare una vetrina virtuale, non un e-commerce “perché non penso possa andare d’accordo con l’artigianato di un certo tipo”.

“Speriamo che il sito decolli, speriamo ci siamo iniziative a livello statale e regionale per aiutare l’artigianato: non dico dare grandi agevolazioni ma fare qualcosa anche a livello fiscale. Dovrebbero aiutare e pensare a dare visibilità a queste attività. Io credo che ci sia ancora un grosso bacino di artigianato dal medio all’alto, all’altissimo in Italia, però siamo invisibili”. I suoi ombrelli venduti in tutta Italia e portati dai clienti in diverse parti del mondo testimoniano però l’attività dell'”Ombrellificio Torino” ed una storia che vale la pena continuare a raccontare.

Ombrellificio Torinese
Via Sesia 23/B, 10155 Torino
info@ombrelli.it
www.ombrelli.it