Artigiani con le mani in pasta: la pinsa romana


“Pinsa ‘m pò!” Un pensiero appetitoso invita ad entrare nel locale di Vincenza Marinelli e dei suoi figli Paolo Andrea e Alessio in via dei Gracchi, una traversa di via Ottaviano, nell’elegante quartiere Prati di Roma. Hanno accolto l’eredità del nonno e la loro famiglia annovera ad oggi 60 anni di attività a servire i palati di noi cittadini e dei numerosi turisti giusto a pochi isolati dal Cupolone di San Pietro.

Buongiorno Vincenza, Il Vostro locale ha dunque una lunga storia e negli ultimi anni ancora una trasformazione con la proposta di una ricetta addirittura risalente agli antichi Romani. Quali le motivazioni a intraprendere insieme questa attività? La vostra storia?

“Pinsa ‘m pò”  è il nostro piccolo locale: io, Vincenza, sono la titolare (e tuttofare), mio figlio Paolo Andrea è lo chef, mentre l’altro figlio Alessio è responsabile della vendita e … appassionato storico. Il negozio era stato aperto nel 1964 da mio padre, fornaio. Quando lui andò in pensione, noi abbiamo raccolto l’eredità e trasformato l’attività in una pizzeria a taglio nella quale abbiamo lavorato per più di vent’anni! Per attrarre nuovi clienti, e proporre un prodotto nuovo che rispondesse ai gusti delle nuove generazioni, i ragazzi hanno voluto fare un ulteriore cambiamento unendo tradizione e novità… ed ecco la pinsa!

Ma qual’è la storia della pinsa, è dunque vero che si tratta di uno dei cibi più diffusi nell’antica Roma?

Il nome “pinsa” deriva dal latino “pinsere” che significa appunto allungare come la forma che avevano alcune focacce a base di miglio, orzo e farro, impastate e vendute su delle tavolacce dai contadini appena fuori dalle mura della città.

Come viene fatta una pinsa, quali sono gli ingredienti, il procedimento?

Noi utilizziamo delle miscele di farina di riso, soia e frumento che rendono il prodotto altamente digeribile e profumato e per la guarnizione scegliamo solo ingredienti stagionali.

La lavorazione della pinsa richiede molto tempo e attenzione,  dalla preparazione dell’impasto che deve maturare in frigo per 48/72 ore alla stessa temperatura, allo staglio delle “palline” che devono a loro volta lievitare per diverse ore fino alla stesura con cui viene data una prima scottata di qualche minuto per poi una volta raffreddate farcirle a piacere e ultimare la cottura in forno.

Una vera prelibatezza: ma quale è la più richiesta? Quale la più… ricercata?

Abbiamo tante ricette che sarebbe lunghissimo elencare: le pinse rosse, quelle bianche e anche le pinse gourmet, tra le quali la ‘Zaffiro Rosso’, ‘Radicchio e Pere’, ‘Granny Smith’, ‘Lardo e indivia’… Sicuramente, e da buoni romani non possiamo che esserne fieri, le più gettonate rimangono la carbonara e la amatriciana, magari accompagnate da una buona ‘biretta bio’.

Sicuramente la pandemia avrà influito sulla vostra attività…. E’ triste vedere gli sgabelli appoggiati a rovescio sulle tavole…

E’ risaputo, il lockdown ha danneggiato pesantemente le attività di ristorazione. Noi abbiamo perso fino all’ottanta, novanta per cento degli incassi. Prima dello scorso marzo avevamo tre lavoranti che ora sono in cassa integrazione e… ancora non hanno ricevuto niente. Noi invece con le consegne a domicilio e la vendita da asporto cerchiamo almeno di coprire l’affitto e le bollette…

Insomma la situazione è davvero complicata.  Ma il 2021 potrebbe finalmente portare un ritorno alla normalità… Avete già in mente un progetto per rilanciare il vostro esercizio?

Speriamo che il 2021 ci possa far tornare alla normalità  e noi ci rilanceremo nel lavoro con la solita passione che ci ha sempre contraddistinto.

PINSA ‘M PO’!
Via dei Gracchi, 7 – ROMA
Consegna a domicilio: 06/88980716 – 3291021779
www.pinsampo.it
Instagram: pinsa_mpo