La creatività è terapeutica?
La creatività concorre a generare salute, è uno degli elementi di cui è fatta la salute. Insisto sul tema della salute perché penso che sia importante portare l’attenzione non tanto sul curare, quanto piuttosto sul prendersi cura degli aspetti di cui è fatta. Il mondo in cui viviamo è complesso e incerto, e la salute passa soprattutto attraverso il riconoscimento di questa condizione esistenziale e la capacità di averci a che fare. La vita ci propone vari passaggi, da decisioni del quotidiano a investimenti progettuali, da salti biografici a periodi di stress, da malattie impreviste a crisi sociali, e noi dobbiamo attrezzarci per affrontarli e mantenere il nostro equilibrio vitale. Nessuno è sufficientemente attrezzato per certe sfide, ma possiamo fare molto per prenderci cura di noi stessi e degli altri e imparare così a scorrere nella vita come un fiume che modella le sponde e da esse è modellato.
Non sempre è possibile muoversi in una logica lineare, ma occorre stabilire connessioni tra contesti e aspetti differenti, trasformare, immaginare, inventare mondi possibili, bisogna imparare, insomma, a fabbricarsi le proprie soluzioni e darsi i propri significati. La creatività, dunque, è utile per immaginare altre possibilità per sé, per diventare capaci di fare con quello che c’è e di immaginare quello che non c’è. Perché la creatività non è solo dominio di artisti o artigiani, ma chiunque può essere creativo, anzi lo è, anche se non sempre ce ne rendiamo conto. Eppure la biografia di ognuno di noi è piena delle soluzioni che ci siamo inventati per risolverci la vita quando non andava come volevamo.
Non credo che ci siano persone creative, credo piuttosto che siano gli atti ad essere creativi, e che questa capacità, quella di fare atti creativi, sia qualcosa che si può allenare, sgomberando il campo da giudizi. Artisti e artigiani, semmai, possiedono la tecnica per creare e l’abitudine e l’inclinazione non solo a immaginare possibilità, ma anche a realizzarle, a dare corpo, a mettere mano. Mi piace l’immagine della bottega artigianale, perché evoca il prezioso repertorio di possibilità di dare forma al mondo che possiamo trovare nel loro lavoro, scovando spesso qualche significato utile per la nostra vita e qualche stimolo per avviare i nostri processi creativi.
Elena Patris
Psicologa a orientamento sistemico relazionale che da vent’anni si prende cura della salute delle persone, accompagnandole a esplorare modi alternativi di affrontare un problema e a riappropriarsi delle competenze per il cambiamento. Svolge la sua attività in libera professione facendo consulenze con individui, con coppie, con famiglie e con gruppi. È coideatrice di Land Art Lab e cura il blog Mappamondi Caravelle e Cannocchiali: www.elenapatris.it